lunedì 25 novembre 2013
venerdì 22 novembre 2013
Bullismo! Perchè negare?
(Da affaritaliani.it)
Nel rispetto dei ruoli e delle competenze
Bullismo endemico all’istituzione scolastica come alla collettività
intorno? Mi sono confrontato con la prima linea professorale, ma anche
con quell’altra della retrovia, ho incontrato quella genitorialità che
non ammette giudizi né sentenze di appello, quando si tratta dei propri
figli. Il fenomeno del bullismo è un problema relazionale, che
attraversa le nostre famiglie, scuole, città, strade, a causa delle
nostre ripetute e reiterate mancanze e inefficienze, nessuno può
sentirsi autorizzato a non farci i conti.
Per tentare di arginare questo cratere di diseducazione virulenta, è
necessario non fare spallucce alle nostre lentezze, e soprattutto alle
nostre belle certezze, che non ci consentono di conoscere fino in fondo i
dubbi che delimitano aree problematiche di così grande spessore e
pericolo per un futuro a misura di uomo per i nostri ragazzi. E’
l’esperienza a darmi man forte, è la somma degli errori a rendere
obbligante un intervento che non può essere procrastinato, tanto meno
amputato nella sua incisività da forme di rigetto baronali o peggio
padronali, in ambiti che sono demarcati da confini, sì, sottili, ma
diventati frontiere da percorrere in lungo e in largo per conoscerne le
reali misure di contenimento. Indipendentemente da chi farà un passo
indietro per porsi dove c’è l’intera panoramica da indagare, è in
quest’ottica che dovranno essere presenti quattro poli convergenti:
genitori, insegnanti, studenti, territorio, per comunicare tra loro e
trasmettere informazioni, movendo una sinergia non di facciata, ma
realmente improntata al raggiungimento di obiettivi comuni.
La scuola è di tutti, soprattutto è comunità e condivisione, allora
ciascuno abbia il coraggio di mettersi nei panni dell’altro, e una volta
tanto, lo faccia con voce liberante, obbligando la scuola, e così se
stessi, a muovere dalle gabbie di partenza, quelle recintate con il filo
spinato delle deleghe sempre comode. Occorre sfuggire gli atteggiamenti
ottusi, in cui è difficile affrontare con un minimo di onestà e umiltà
il dibattito per arginare il fenomeno del bullismo, si preferisce
rifugiarsi in fuorigioco, creando una disattenzione che autorizza
l’accantonamento del rispetto delle regole, premiando i soliti furbetti
dalla botta facile, dal beverone, dallo spinello acceso. Occorre
prendere in esame iniziative volte a indagare non più e non solo il
mondo degli adolescenti, ma quello adulto, e non solo a scuola. E’
necessario approntare servizi di consulto nell’istituzione scolastica,
affinché chi è deputato a leggere oltre che a scrivere un voto, possa
ritrovare equilibrio e serenità per riconquistare rigore e
autorevolezza, rientrando a pieno titolo nel gioco delle relazioni.
Forse è anche il caso di spiegare a chi è genitore sulla carta, che lo è
pure sulla linea mediana della tutela, e che solamente insieme si fa
promozione, prevenzione, sviluppando capacità di partecipazione per
progettare interventi rivolti ai ragazzi, azioni di sostegno e
accompagnamento urgenti in attesa dell’incontro con il proprio futuro.
Vincenzo Andraous
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domenica 17 novembre 2013
Festa degli alberi
"Giornata
Nazionale degli Alberi”
il 21 novembre
Il testamento dell’albero
Un albero d’un bosco
chiamò gli uccelli e fece testamento:
“Lascio i miei fiori al mare,
lascio le foglie al vento,
i frutti al sole e poi
tutti i semetti a voi,
a voi, poveri uccelli,
perchè mi cantavate la canzone
della bella stagione…
E voglio che gli stecchi,
quando saranno secchi,
facciano il fuoco per i poverelli.
Un albero d’un bosco
chiamò gli uccelli e fece testamento:
“Lascio i miei fiori al mare,
lascio le foglie al vento,
i frutti al sole e poi
tutti i semetti a voi,
a voi, poveri uccelli,
perchè mi cantavate la canzone
della bella stagione…
E voglio che gli stecchi,
quando saranno secchi,
facciano il fuoco per i poverelli.
(Trilussa)
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