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martedì 29 giugno 2010

martedì 15 giugno 2010

Ambiente marino e non solo...

Per il prossimo anno scolastico la nostra scuola ha aderito ad un programma d’intenti promosso dal Circolo Nautico di Vico Equense e da attuarsi con il patrocinio del Comune di Vico Equense in collaborazione con la società Perel, in qualità di main sponsor, e la Fondazione Discepolo-Museo Mineralogico Campano.

Image and video hosting by TinyPicIl programma nasce dalla necessità di promuovere tra i giovani la crescita di una sensibilità ecologica verso l’ambiente marino per tutelarne il patrimonio naturalistico, oggi minato dagli scempi, dall’abbandono e dall’inquinamento e prevede la partecipazione attiva degli alunni e degli insegnanti del nostro Circolo al quale é affidato anche il compito di coordinare i rapporti con le altre istituzioni scolastiche del territorio per un loro fattivo coinvolgimento nell’iniziativa.

Il progetto intende promuovere la nascita di un rapporto di collaborazione che unisca Vico Equense alle Isole Galapagos considerate, fin dai tempi dei viaggi di Charles Darwin, uno dei più noti centri naturalistici mondiali sia per la conformazione geologica che per la rarità delle specie animali che popolano l’arcipelago e le sue acque costiere.

D’altro canto Vico Equense, anche se non a livello delle celebri isole, vanta una costa dalle caratteristiche morfologiche tra le più eterogenee con arenili e scogliere che si affacciano sia sul golfo di Napoli che su quello di Salerno. Tutto ciò è valso al parziale inserimento del litorale equano e del suo mare nell’area del Parco Marino di Punta Campanella, mentre rappresenta un unicum nel golfo di Napoli, l’oasi sottomarina del Banco di Santo Croce, dal 1993 zona a tutela ambientale, che ospita rarissime specie come il cosiddetto corallo nero.
Image and video hosting by TinyPicIl progetto prevede il ruolo attivo di esperti quali la prof.ssa Flegra Bentivegna, curatore della stazione zoologica “Anthon Dohrn” di Napoli e la dott.ssa Paola Catapano, giornalista di Rai Sat Esplora, che ha visitato l’arcipelago con l’equipe di Adriatica, la barca a vela della popolare trasmissione televisiva “Turisti per caso”, girandovi uno speciale reportage.

Il progetto, che sarà realizzato attraverso diverse fasi, prenderà il via nel mese di ottobre con il percorso formativo “Museo Vivo” da realizzarsi con il Museo Mineralogico Campano mediante la distribuzione di quaderni didattici su mineralogia, vulcanologia e fossili, visite guidate al museo e sul territorio.

Il progetto si concluderà a dicembre con la premiazione degli alunni più meritevoli con confezioni di minerali e fossili per avvicinarli alle scienze naturali.

Nel periodo tra il 15 gennaio e il 15 febbraio 2011 è prevista, invece, la mostra interattiva e multimediale “Mini Darwin” che vuole condurre alla scoperta dell’evoluzione di Darwin, della biodiversità e dei valori della conservazione della natura attraverso l’esplorazione delle Isole Galapagos. La mostra, su progetto della dott.ssa Paola Catapano, sarà curata dal Medialab della Sissa di Trieste, una delle università europee più all’avanguardia nel campo della comunicazione scientifica e sarà collocata nel Castello Giusso o in un’altra sede opportuna.

Image and video hosting by TinyPicNel mese di marzo 2011 è prevista la conferenza sulle tartarughe marine del Golfo di Napoli e su quelle delle Isole Galapagos della prof.ssa Flegra Bentivegna, curatore dell’Acquarium della stazione zoologica “Anthon Dohrn” di Napoli.

Nel mese di aprile è prevista un’altra conferenza sull’avifauna delle Galapagos e su quella italiana a cura del prof. Francesco Perretti dell’Università di Camerino, celebre scrittore, naturalista e conduttore della trasmissione “Geo & Geo”.

Nel mese di maggio, invece, il prof. Filippo Barattolo dell’Università di Napoli curerà la conferenza sui cambiamenti e le tipologie faunistiche delle Galapagos e del Golfo di Napoli nelle varie ere geologiche.

Image and video hosting by TinyPicTutto questo potrebbe essere un incentivo ad un lavoro sinergico e collaborativo tra tutte le scuole del territorio vicano e non solo.

Potremmo indagare insieme su questi argomenti, seppure da angolazioni diverse e magari organizzare insieme un concorso didattico,

Potremmo invitare gli alunni a compiere approfondimenti; a elaborare lavori didattici da socializzare successivamente in un incontro programmato tra scuole partecipanti; a ideare progetti di difesa e di tutela di questi ambienti naturali o ancora ad allestire una mostra tematica con i disegni prodotti dalla loro fervida fantasia e creatività.

O ancora potreste essere voi a suggerire altro…

Image and video hosting by TinyPicChi è interessato alla proposta ce lo faccia sapere in modo che abbozziamo un protocollo di intesa per l’anno scolastico prossimo.

Chi lo gradisce, può lasciare anche un proprio commento su questo Blog.

Referenti di questo Circolo per questo progetto sono le docenti Maria Aiello e Anna Guarracino.


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P.O.N. "Giornalisti in erba"

I ragazzi iscritti al corso P.O.N. "Giornalisti in erba" si sono recati nella redazione del quotidiano "Roma" per rendersi conto da vicino del lavoro che fanno i giornalisti per redigere le testate quotidiane e per conoscere le diverse fasi della produzione prima della stampa finale.
Di seguito pubblichiamo l'articolo della testata uscito oggi, 15 giugno c.a. ,che tratta dell'evento.


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sabato 12 giugno 2010

Silenzio!

Di questa tivù non se ne può più

SILENZIO! Qui ci sono io. Vero, unico maestro, insostituibile, detentore di tutti i saperi: io dico… io decido... io educo.

Quanto ha spaventato in quest’ultimo periodo l’annuncio del ritorno del maestro unico nelle nostre scuole?
Se ne sono dette tante!
Ci si è preoccupato per la qualità dell’insegnamento e per l’ovvia restrizione dell’offerta formativa.
Ma nulla è stato detto e nulla si dice sul predominio incontrastato della vera, unica fonte di cultura e di educazione nel nostro paese, della creatrice dei modelli standard di comportamento e dei costumi nostrani, dell’ unico vero insegnante, detentore del sapere diffuso, vigente in Italia ovvero la televisione che con i suoi insulsi programmi sta condizionando inevitabilmente intere generazioni. A poco serve elencare i pochi format significativi e istruttivi, come i documentari, che oramai non servono più a bilanciare il degradante e mortificante palinsesto televisivo.

Al grido “Della televisione non se ne può più” gli alunni del nostro Circolo Didattico ( I CD di Vico Equense) del Corso teatrale, extracurriculare, hanno dato vita ad uno spettacolo di tutto rispetto.


Il motivo dominante del racconto inscenato dai ragazzi è stato l’influenza negativa dei programmi televisivi sull’educazione dei ragazzi e la loro ingerenza nelle dinamiche socio-affettive della famiglia.



L’attacco dunque è stato rivolto al televisore, al mezzo mediatico più pervasivo nella vita degli utenti, troppo spesso incauti e sprovveduti... allo strumento più pericoloso perché capace di condizionare con i suoi dementi programmi la loro vita abituandoli ad una fruizione passiva e acritica del messaggio audio-visivo. Tutto questo si traduce poi in teledipendenza, in assuefazione e in omologazione di comportamenti cioè del modo di vestire, di agire e di pensare che vanno a tutto danno della crescita del pensiero logico, divergente, critico e riflessivo.

Difatti, la televisione sta formando la generazione dei “telebamboccioni”, spersonalizzati e asociali, disposti a tutto pur di apparire per pochi minuti in video, a dimostrare per lo più quello che non si sa fare. E tutto questo sotto gli occhi impassibili di chi dovrebbe vigilare e non lo fa; di chi dovrebbe denunciare e non lo fa; di chi dovrebbe allarmarsi e non lo fa; di chi…


Peccato che il grido di allarme lanciato dagli alunni non sia arrivato a tutti. Queste esperienze, per quanto formative e significative, vengono vissute solo dai protagonisti e dai limitati, ma fortunati, spettatori che, generalmente, sono parenti e amici degli stessi attori. Dovrebbero invece essere rivolte all’intera collettività, favorite non solo dalla Scuola, ma anche dagli altri Enti territoriali, per permetterne una maggiore diffusione.
Così tutti avrebbero ascoltato e capito il messaggio sotteso all’opera"Di questa tivù non se ne può più" che è l’urlo di dolore di una generazione, demotivata, delusa e illusa, che va a tentoni, senza punti saldi di riferimento, immersa nel fango del gossip, a contatto con il vuoto esistenziale, priva di un orizzonte di senso.
A chi fa comodo tutto questo? Non vorremmo condividere l’idea di un perverso e occulto disegno socio-politico, teso a trasformare menti e persone in “generatori di insulsaggini”.


Avete ragione ragazzi! È tempo questo di riprendersi dal torpore nel quale stiamo vivendo e di gridare a voce stesa il nostro dissenso per riconquistare le nostre libertà, per riprenderci la nostra unicità e riappropriarci dei nostri pensieri.

A voi il compito di annunciare, tra serio e faceto, il nuovo cammino. A noi, semplici spettatori, ma ferventi educatori, il compito di scuoterci, di capire e di diffondere il vostro messaggio, per affiancarvi sulla strada del riscatto.

A conclusione di questa riflessione, è doveroso un breve commento alla scena più esaltante della rappresentazione teatrale cioè quella degli indigeni, cosiddetti “buzzurri”, che trovano “ridicolo e incolto” l’uomo civile, che non li capisce: il Bettarini della situazione.

Paradossalmente qui la scala valoriale della civiltà si inverte e coloro che dovrebbero capire di meno, dimostrano di sapere di più: hanno dalla loro parte non la scuola, non la televisione, né altre invenzioni moderne, ma solo la saggezza, la virtù dei pensatori, la forza di chi, a contatto diretto con la natura, attraverso l’esperienza vera e vissuta, scopre e impara i segreti del ben vivere.

Altro momento significativo è stato il discorso della Dirigente, Debora Adrianopoli, che, ancora una volta, nel ringraziare gli alunni, la docente Patrizia Staiano, l'artista Gilda Arpino e nel fare loro i meritati complimenti e auguri, ha dimostrato quanto a cuore ha l’educazione dei nostri ragazzi. Si è posta alla platea non con l’autorità o la formalità del ruolo, ma con l’umiltà della persona che, sebbene nuova all’ambiente vicano, si sta prodigando in mille modi per migliorarne l’offerta formativa.    
                                  (La docente Anna Guarracino)






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venerdì 11 giugno 2010

Avviso:Assemblea genitori

assemblea genitori 17 06
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Classi quinte: Progetto di educazione ambientale - Il parco dei monti Lattari -



Il progetto
Dall'album fotografico dei ricordi

LE ESCURSIONI





IL PANE ALLE ERBE







LA PREMIAZIONE








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giovedì 10 giugno 2010

mercoledì 9 giugno 2010

sabato 5 giugno 2010

Manifestazione finale del percorso ambientale al "Nino Bixio" di Piano di Sorrento

PROGETTO "SCUOLE APERTE"


Il 29 maggio a Piano di Sorrento all’Istituto “Nino Bixio” si è tenuta la manifestazione finale del percorso di educazione ambientale “L’ambiente per il mio futuro” nell’ambito del Progetto Scuole Aperte 2009.
Gli alunni della nostra scuola hanno prima visitato la mostra allestita con i lavori realizzati dagli alunni che hanno aderito all’iniziativa, poi hanno ascoltato i dibattiti con esperti e docenti universitari e infine hanno assistito ai vari esperimenti eseguiti dagli alunni del Nautico: molto divertente è stato quello del dentifricio dell’elefante.
Molto interessante è stato anche scoprire lo stato di salute del mare della costiera sorrentina analizzato tramite i prelievi delle acque di Scutari, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello e Sorrento.
Dalla analisi dei prelievi è emersa una più elevata presenza di nitrati a Scutari e a Meta.
A conclusione di questa festosa giornata didattica, gli alunni hanno potuto osservare da vicino molte piante appartenenti alla macchia mediterranea come salvia, basilico, origano, ruta, rosmarino, ecc., e infine hanno visto la pianta del caffè e vari tipi di bonsai.
(La docente referente: Maria Parlato)

Da "Il Mattino" del 1 giugno 2010

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venerdì 4 giugno 2010

mercoledì 2 giugno 2010

Modulo Formativo "Educare a tutto campo" PON-F-1 -FSE-2009-2365

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Premessa


La famiglia è da considerarsi come un mondo sociale “per l’importanza che la cultura familiare, le relazioni che in essa si svolgono, i significati delle azioni quotidiane, ricoprono nell’infanzia e, spesso, per l’intera vita del’individuo” (Molinari, L. Psicologia dello sviluppo sociale, il Mulino, Bologna, 2002, pp. 101).



A partire dal 19° secolo, in psicologia, ci si comincia ad interrogare circa il presunto legame esistente tra individuo e contesto socio - culturale, e su come tale legame potesse incidere sulla vita e sullo sviluppo cognitivo dell’individuo stesso. Fino ad allora, infatti, gli specialisti delle materie psicologiche si erano dedicati allo studio della mente, prescindendo dalle influenze che il contesto sociale e culturale potessero avere sul soggetto e sul suo sviluppo: un approccio tipico in questo senso è quello piagetiano. Piaget infatti, dedica buona parte dei suoi studi al problema dello sviluppo cognitivo, trascurando però l’influsso che le coordinate socio – culturali potessero avere nel determinarne gli effetti.



Di conseguenza, gli studi si effettuavano in un contesto asettico e ovattato, quale il laboratorio, dove i soggetti venivano rigorosamente isolati rispetto al contesto in cui si trovavano “immersi” durante la loro quotidianità, senza che ascendenti di tipo socio- culturali potessero in alcun modo essere tenuti presenti.



Sulla medesima scia si muoveva anche la psicologia dell’educazione, che riceve per questo l’ appellativo di “prima psicologia dell’ educazione”. Essa infatti a differenza della “seconda psicologia dell’ educazione”(che segue alla prima) nei suoi studi non si preoccupa affatto delle influenze dei fattori socio – culturali sullo sviluppo cognitivo dell’ individuo.



La “prima psicologia dell’ educazione” infatti, seppur coinvolta nello studio dell’apprendimento e dell’insegnamento, mostra grandi difficoltà nel prendere coscienza della rilevanza sociale delle conoscenze trasmesse agli alunni.



Essa imposta per tanto i suoi studi, sui meccanismi generali dell’ apprendimento, definendo quest’ ultimo come una mera acquisizione di conoscenze da parte del soggetto , e compiendo in questo modo l’errore di concepirlo come regolato da leggi generali ed immutabili della natura umana, che si immaginavano operanti nell’individuo al di là di quelle che possono essere le variabili socio-culturali che lo “circondano” .



Ciò implica sostenere, che ad un certo livello di astrazione tutti gli uomini sono uguali e che le cause di un certo sviluppo del soggetto sono adducibili a leggi operanti interamente all’individuo stesso; le condizioni sociali insomma, non sono considerate come “componente ineliminabile” nello studio dei processi di apprendimento. E’ solo intorno al 1930 che la psicologia dell’educazione (la “seconda psicologia dell’ educazione”) comincia ad ispirarsi a concettualizzazioni socio psicologiche, prendendo così coscienza dell’importanza delle variabili sociali e culturali come determinanti di condotte, si sviluppa così la Volkerpsychologie (psicologia dei popoli) ed in Russia, negli anni successivi al 1918 si diffondono importanti contributi teorici ad opera di un celebre autore Vygotskij [Carugati, Selleri, 2001]. Lo sviluppo, l’apprendimento, cominciano ad essere reputati come il frutto di costruzioni storico-culturali, non più quindi, come processi che si concretizzano in maniera disgiunta nei vari attori, ma come sottesi dalle dinamiche sociali e culturali. L’approccio della psicologia russa, può essere definito parte integrante della “seconda psicologia dell’educazione”, ponendosi come obiettivo lo studio della mente umana in funzione delle attività quotidiane e delle caratteristiche culturali nelle quali l’individuo è calato, tant’è vero che Vygotskij circa lo sviluppo dei processi psicologici umani, attesta: “Essi devono essere studiati attraverso le attività pratiche della vita quotidiana, attività che sono mediate dalla cultura e che si sviluppano nel corso delle trasformazioni della cultura stessa, nel suo sviluppo storico” ( 2001, p.48). Egli vuole sottolineare che, è durante le attività della vita quotidiana, che si sviluppano le funzioni psicologiche, le quali emergono nel soggetto, con lo scopo di regolare le sue interazioni con il mondo che lo circonda, quindi con gli oggetti materiali e con gli altri individui, ed è la cultura lo strumento principale che spinge il soggetto verso lo sviluppo cognitivo.



Finalità, Modalità e tempi
Gli incontri di formazione saranno condotti dal prof. Antonio Iannaccone e dalla dott.ssa Monica Mollo, coadiuvati dalla docente Anna Guarracino. Gli incontri avranno lo scopo di presentare alle famiglie le principali teorie e ricerca sullo sviluppo del bambino cerando di creare un “ponte” che sia da collegamento tra il mondo della famiglia e quello della scuola.

Organizzazione degli incontri di Formazione
Ogni incontro (escluso il primo, il quinto e l’ultimo) prevederà una prima fase teorica ed una seconda fase applicativa dove saranno presentate alcune ricerche condotte sullo sviluppo del bambino, sulla relazione tra la famiglia e la scuola ed esercitazioni in gruppo.

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Da "INFORMASCUOLA" -Aggiornamenti quotidiani on line sul mondo della scuola-

I materiali didattici degli anni precedenti sono stati archiviati nel sito della scuola, nella sezione "Videoteca-Scuola". Per visionarli cliccare sul seguente indirizzo: http://www.primocircolovico.gov.it/webschool3/index.php

I NOSTRI SPONSOR...

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LA NOSTRA SCUOLA

Sito scuola:http://www.primocircolovico.gov.it/webschool3/index.php

Dall'antico libro della saggezza....

“ Non inducete i ragazzi ad apprendere con severità e violenza, ma guidateli invece per mezzo di ciò che li diverte, affinché possano meglio scoprire l’inclinazione del loro animo” (Platone)