Un esempio di Buona Scuola
di Anna Guarracino
Un bel esempio di Buona Scuola
lo abbiamo avuto l’altro giorno a Vico Equense con il “Giorno della Formazione” promosso dalla dirigente del I Circolo
Didattico, Debora Adrianopoli, e destinato nella prima parte del pomeriggio ai
docenti e nella seconda parte ai genitori.
Il successo dell’evento si è
visto sin dal suo inizio con la presenza compatta dei destinatari, ma il più è
stato determinato dalla bravura magistrale della relatrice prof.ssa Annamaria
Donnarumma, presidente della Ong PRO.DO.C.S, accreditata presso il Miur per la
promozione della formazione, che ha
saputo coinvolgere tutti i presenti nell’ascolto prima e nel dibattito dopo.
Si è parlato, in particolare,
della “Cittadinanza attiva” e la relatrice, durante l’esposizione
dell’argomento e la presentazione degli esiti della ricerca sulla formazione
interculturale, attivata nelle scuole europee, ha dispensato suggerimenti sulle
buone pratiche educative sia ai docenti sia ai genitori coinvolgendo entrambi
in momenti significativi di discussione
e di riflessione sull’importanza del processo di educazione dei figli e
degli alunni, in un’ottica più interculturale.
In particolare ha sottolineato
l’importanza della condivisione dei principi educativi tra scuola e famiglia
perché -ha spiegato- senza collaborazione e senza sinergia di intenti e di
azioni non si va da nessuna parte.
Il processo di formazione,
intesa anche come educazione interculturale, è più incisivo e fecondo nei primi
anni di vita dell’educando che deve essere indirizzato alla piena
consapevolezza del suo divenire cittadino attivo del mondo, se si vuole
prospettare per lui un futuro più umano in un mondo migliore.
Il comportamento corretto in tal
senso, al di là del proprio credo religioso e della propria filosofia di vita,
deve essere esperito e vissuto nella quotidianità e si promuove con l’esempio,
con la coerenza e con la persistenza.
Un soggetto in crescita e in
formazione non va confuso con esempi di condotte contraddittorie né va condizionato
dalle mode del momento o dai messaggi sublimali dei media, ma va educato con il
dialogo continuo e aperto che deve stimolarlo al pensiero critico e costruttivo
per renderlo sempre più consapevole, responsabile e attivo, in famiglia e a
scuola.
Le buone condotte iniziano con
semplici azioni basate sul rispetto di principi elementari di vita come quello
di rendersi utile agli altri prendendosene cura, nel pieno rispetto della
propria e dell’altrui dignità, e di rispettare le cose presenti nel proprio
ambiente di vita.
Gli esempi di una pianta
insecchita che va innaffiata, di una carta buttata a terra che va raccolta, di
un compagno in difficoltà che va aiutato, hanno reso bene l’idea di come
bisogna agire per aiutare il piccolo uomo, sin dalla prima infanzia, a
sviluppare e a potenziare la sua sensibilità verso gli altri e verso il mondo.
“Solo se riprendiamo in
mano il filo della buona educazione possiamo tessere il bene nel mondo,
migliorando i rapporti tra i suoi abitanti”-ha detto convinta la prof.ssa
Annamaria Donnarumma per sottolineare che “cittadinanza attiva” non significa
altro che divenire “buon cittadino”, consapevole della sua essenza, aperto alle
esigenze dei suoi simili e sensibile alle problematiche ambientali.
Di qui l’invito a promuovere, a
casa e a scuola, buone pratiche educative volte sviluppare e potenziare
atteggiamenti positivi e costruttivi verso se stessi, verso gli altri e verso
il mondo intero.
La lotta al consumismo, agli
sprechi, al condizionamento dei media, al pensiero unico e/o acritico, alla
massificazione è la via maestra da percorrere per poter realizzare a pieno i
diritti e i doveri della nuova umanità.
In verità, ha precisato la
formatrice, questi, ossia i diritti e i doveri, sono già stati ben sanciti
dalle carte costituzionali nazionali e internazionali, ma ancora non hanno
trovato piena attuazione.
Troppo spesso essi non sono
neanche ben conosciuti e qui c’è anche la colpa congiunta della famiglia e
della scuola che niente o poco hanno fatto per divulgarne lo studio e la
comprensione.
Poi, la professoressa Annamaria,
con continui e significativi richiami alla storia del passato, ha invitato
tutti a fare una riflessione critica al proprio modo di agire nella società moderna
che spesso non tiene conto degli insegnamenti che vengono dal passato come se
esperienze già fallite in precedenza potessero, se ripetute oggi con gli stessi
criteri e con le stesse modalità, portare ad effetti diversi. Non è così! Anzi
la conoscenza del passato dovrebbe condurre a non sbagliare nel presente e a
creare condizioni migliori per il futuro e di qui è scaturita poi anche la
rivalutazione dello studio disciplinare, come quello della Letteratura, della
Storia e della Filosofia, che rimane aspetto imprescindibile di una buona e
salda formazione.
Oggi, lamentarsi non serve a
niente: è molto più utile rimboccarsi le maniche, impegnarsi in prima persona;
documentarsi, studiare e agire per il bene della collettività che non va intesa
in senso ristretto come comunità di appartenenza ovvero come famiglia, come
vicinato, come paese o città nativi, ma in senso allargato, come mondo intero.
Ha concluso il discorso la
dirigente, Debora Adrianopoli, dichiarando la sua piena condivisione degli
argomenti trattati e annunciando a tutti i presenti la scelta della Scuola, già
deliberata dagli Organi Collegiali, di partecipare attivamente alla sperimentazione delle nuove linee formative,
a carattere interculturale, per la revisione dei nuovi curricoli scolastici.
L’anno prossimo -ha specificato
la dirigente– la nostra scuola entrerà a far parte del gruppo sperimentale di
ricerca per la formazione interculturale con il “Progetto Europeo F.A.R.E” e si
attiverà nella direzione indicata dalla prof.ssa Annamaria Donnarumma. Pertanto,
con l’inizio del nuovo anno scolastico, in tutte le classi della scuola si favoriranno
nuove iniziative didattiche e si sperimenteranno nuove metodologie che coinvolgeranno direttamente anche le
famiglie.
Ben vengano queste iniziative
che spingono un po’ tutti noi a riflettere sui tempi moderni e sulle possibili
strade da percorrere per cambiare la rotta della nostra stessa esistenza,
avviandola alla scoperta di nuovi orizzonti, di un diverso modo di essere,
finalizzato all’affermazione di un nuovo umanesimo.
Questa è la “Scuola Buona” che
tutti vogliamo per il prossimo futuro: una scuola attiva e presente sul
territorio, centro permanente di Cultura e di Promozione umana.
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