(di Anna Guarracino)
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Io, rispetto alla collega, autrice della stimolante e allarmante lettera allegata in basso, ho qualche anno di più di insegnamento, ma la percezione dell'attuale stato della scuola italiana è la stessa, se non peggio.
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Io, rispetto alla collega, autrice della stimolante e allarmante lettera allegata in basso, ho qualche anno di più di insegnamento, ma la percezione dell'attuale stato della scuola italiana è la stessa, se non peggio.
A chi, come noi, ha scelto, per professione, il lavoro della docenza, fa male assistere allo scempio che la scuola sta subendo in questo ultimo periodo.
Finora, se le Istituzioni educative mal funzionavano, la colpa era per lo più da attribuire al cattivo dirigente o all'impreparazione di taluni docenti, oggi, invece, la scuola è mal diretta dallo Stato e dai suoi rappresentanti che poco ne capiscono ma molto fanno per peggiorarla.
Nella mia lunga esperienza di docente di Scuola Materna, di Scuola Media e di Scuola Primaria spesso, assistendo, mio malgrado, a certe manifestazioni pubbliche promosse dalla scuola, mi è capitato di sentire in quei frangenti, tra il baccano dei presenti, i rantoli emessi dalla didattica in agonia mentre altra gente, incurantisi del suo reale stato di salute, ne tessevano gli elogi: costoro, insensibili alle sue laceranti sofferenze e ignorando la sua vera condizione, con mio grosso stupore, l' applaudivano dimostrando di essere a digiuno dei capisaldi della vera formazione, intesa come compendio di educazione e di istruzione.
Non è forse vero che in certe manifestazioni scolastiche a molti distratti spettatori basta vedere il proprio figlio o parente esibirsi con successo per decretare il buon funzionamento di quell'Istituzione frequentata dal bambino?
E poco importa se per il resto dell'anno in quella stessa Istituzione scolastica c'è stato il vuoto esistenziale e formativo con l'abbandono magari proprio del compagno vicino di banco del figlio o del parente, che, per il suo essere in condizioni di diversità, non è stato spinto al successo formativo, pur non negandogli la presenza nella grandiosa scena dell'apparenza.
Questi gap presenti fra il reale e l'irreale, tra l'essere e l'apparire, tra l’esistente e l'inesistente, tra il percepito e il non percepito, andavano colmati con azioni mirate alla qualificazione del personale direttivo e docente che avrebbe dovuto impegnarsi tanto di più, all’insegna della trasparenza e della professionalità del proprio operato, per garantire a tutti e a ciascuno il massimo grado di formazione e, invece, oggi, in campo agiscono sono le ultime trincee che con coraggio combattono in solitudine, tra l'indifferenza e l'apatia di una "massa " assuefatta e distratta dall'oggi che va...
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Lettera di un'insegnante della scuola primaria.
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